Gli ammassi aperti (che oggi si preferisce chiamare ammassi galattici) sono agglomerati di stelle del tutto diversi dagli ammassi globulari. A parte l’estrema irregolarità e varietà delle forme e delle dimensioni, ne differiscono per il tipo di popolazione stellare (Popolazione I), per la dislocazione (mentre gli ammassi globulari sono parte dell’alone galattico, quelli aperti sono parte della struttura del disco) e per l’età (sono generalmente molto più giovani degli ammassi globulari: soltanto pochissimi ammassi aperti, come M67, NGC188 e NGC752 hanno un’età stimata paragonabile, anche se inferiore, a quella dei globulari. Sulla formazione degli ammassi aperti, e sulla formazione stellare, vedi sotto M16 e “Fotoevaporazione”.
Gli ammassi galattici noti e catalogati sono oltre 500, ma questo numero rappresenta certo soltanto una piccola parte di tutti quelli che si trovano nella nostra galassia: la maggior parte ci è celata da nubi di gas e polveri o dalle nubi stellari della Via Lattea. Messier ne cataloga 27, che sono i più brillanti e più vicini visibili alle latitudini europee, a parte qualche curiosa omissione, come il doppio ammasso (h e c) di Perseo o l’ammasso della Chioma di Berenice. NGC6231(Scorpione), che è tra i più belli e brillanti (perfettamente visibile ad occhio nudo) è visibile soltanto dalle più meridionali latitudini europee, mentre è rimarchevole il fatto che NGC2362 (Cane Maggiore) sia stato osservato da Hodierna nel secolo precedente, e non da Messier.
Harlow Shapley ha classificato, oltre agli ammassi globulari, anche quelli galattici. Le categorie da lui proposte sono:
- ‘c’: pochissimo denso e irregolare.
- ‘d’: poco denso e povero (di stelle).
- ‘e’: mediamente ricco (di stelle).
- ‘f’: abbastanza ricco.
- ‘g’: molto ricco e concentrato.
Nella descrizione degli ammassi galattici di Messier includiamo, nella tabella dei dati relativi all’oggetto, la classificazione che ne dà Shapley.
Includiamo in tabella anche un’altra e più complessa classificazione degli ammassi galattici: quella di J. Trumpler, molto più dettagliata e basata sulla fotografia; la classificazione di Trumpler si serve di molti più gradi di concentrazione. Eccola:
- Concentrazione:
- Staccato (dal campo stellare circostante); forte concentrazione verso il centro.
- Staccato; debole concentrazione verso il centro.
- Staccato; nessuna concentrazione verso il centro.
- Non ben staccato dal campo stellare circostante.
- Variazione di brillanza (differenza tra lo splendore delle stelle più brillanti e quelle più deboli)
1. Piccola variabilità di splendore.
2. Moderata variabilità di splendore.
3. Grande variabilità di splendore.
-
Ricchezza
p Povero (meno di 50 stelle).
m Moderatamente ricco (da 50 a 100 stelle).
r Ricco (oltre 100 stelle).
La lettela “n” che segue la classificazione di Trumpler indica nebulosità associata all’ammasso.
E’ importante tenere presente che gli ammassi galattici, così come i globulari, sono agglomerati di stelle associate tra di loro e che hanno avuto origine da un unico, gigantesco agglomerato di materia interstellare. Ciò va desunto studiandone caratteristiche quali il moto e lo spettro, e non dal fatto che, dal nostro punto di osservazione, le vediamo più o meno vicine: tale vicinanza può essere soltanto prospettica, e in questo caso non si parla di ammassi, ma di asterismi. E’ il caso, tra gli oggetti Messier, di M73.
Gli ammassi più giovani sono spesso associati a nebulosità, residuo del gas che ha dato origine alle stelle: tipico il caso di M45, le Pleiadi (a destra).
Altri sono associati a nebulose vere e proprie, nebulose che continuano a dare origine a stelle, come nel caso di M16, M42, M8 ecc. Gli ammassi più vecchi, come M67, hanno ovviamente perso ogni traccia di nebulosità.
In qualche caso, la distinzione tra un ammasso globulare ed uno galattico può non risultare del tutto immediata: di alcuni oggetti Messier si è dibattuto a lungo sull’attribuzione all’una o all’altra classe di oggetti. Dal punto di vista dell’aspetto, infatti, non è immediata la collocazione di oggetti quali M11, M55, M71 ed altri. Ma, a parte l’aspetto, vi sono altre caratteristiche alle quali riferirsi per determinare la qualità di globulare o galattico: innanzi tutto, le stelle dei globulari sono sempre, con rarissime eccezioni, stelle di Popolazione II, cioè povere di metalli, mentre quelle dei galattici sono di Popolazione I, molto più ricche di elementi pesanti; le differenze chimiche tra le due popolazioni spiegano anche l’estrema differenza di splendore tra le stelle di massa ed età simile presenti nei due tipi di ammassi. I globulari inoltre contengono stelle variabili che si trovano praticamente soltanto in essi, soprattutto quelle di tipo RR Lyrae, W Virginis e RV Tauri. Negli ammassi galattici le stelle più brillanti sono dei tipi spettrali O e B, calde e azzurre o bianche, spesso in rapida rotazione; nei globulari, le stelle più brillanti sono le assai meno calde giganti rosse o gialle, che mostrano una rotazione assai più lenta: le giganti azzurre sono quasi del tutto assenti negli ammassi globulari (63).